Avviare la selezione per professionisti appartenenti alle categorie protette è stimolante ma anche molto difficile, sia per i ruoli e competenze che vengono ricercate, ma anche perché il bacino dal quale poter pescare è decisamente più ridotto rispetto ad altre situazioni.
Per poter effettuare una selezione corretta è necessario avere ben chiara la richiesta del cliente, analizzare il contesto, il team e la compatibilità tra patologia e ruolo.
Perché è importante il contesto in una selezione?
Indagare il contesto aziendale ci permette di avere (e di farcelo raccontare dal cliente) una fotografia di chi sono, di dove vogliono andare e come la pensano. Se volessimo fare la stessa domanda ad un* candidat* questa sarebbe formulata nel seguente modo: “Raccontami di te”.
E il team?
Una risposta come “Lavorerà nella divisione x” non è sufficiente. Chi sono i colleghi e quanti sono? Come si approcciano al lavoro? Sono contenti dell’arrivo di un’altra persona? E il Manager che caratteristiche ha? Come gestisce, stimola e gratifica il team?
Patologia?
Qui entriamo in un’area delicata trattandosi di profili categorie protette. Perché? Per una questione di sensibilità e privacy non è consentito chiedere queste informazioni in fase di selezione: tuttavia è importante capire se vi sia compatibilità fra la patologia e il ruolo o meglio le mansioni che lo compongono.
Ma perché è importante sapere se c’ è compatibilità tra ruolo e patologia?
L’obiettivo del selezionatore deve essere quello di indagare sulla compatibilità fra mansioni e patologia perché se mancasse questo elemento la persona inserita potrebbe trovarsi a svolgere un lavoro che non sarebbe in grado di portare a termine non per cattiva volontà o pigrizia, ma per oggettivo impedimento.
Facciamo un esempio:
Ruolo: Customer Service Specialist. Requisiti: dialettica, doti comunicative, gestione dello stress. Modalità operativa: tante ore davanti al pc o al telefono.
Candidato ipoacusico con protesi: sconsigliato l’uso del telefono. Appare chiaro come costringere questa persona a svolgere un lavoro al telefono è assolutamente da evitare.
Volendo fare un parallelo sarebbe come assumere in un contesto multinazionale con contatti quotidiani in lingua inglese una persona con un livello scolastico. Le difficoltà sarebbero della persona prima ancora che dell’azienda.
Quindi siate onesti sempre con noi selezionatori, ma soprattutto con voi stessi. La frustrazione di non riuscire a fare bene le cose una volta in azienda purtroppo diventa la causa principale dell’abbandono o del non superamento de periodo di prova.